4. Immunità e stipendi.  Indennità abolite, ma restano le tutele sul fronte giudiziario. Art. 67, 68, 69
Articolo de "la Repubblica" di Lavinia Rivara.

Se il nuovo Senato dovrà rappresentare le istituzioni territoriali, secondo la riforma Boschi, è chiaro che solo i deputati continueranno a rappresentare la nazione. Tuttavia per i nuovi membri di Palazzo Madama viene mantenuto il divieto di vincolo di mandato (articolo 67), che resta dunque previsto per tutti i parlamentari. Ma se per i deputati significa essenzialmente essere svincolati dalla linea dei rispettivi partiti, per i senatori-consiglieri vuol dire anche che non hanno l’obbligo di agire seguendo le scelte delle Regioni o dei Comuni da cui provengono, come avviene invece per i componenti del Bundesrat tedesco.

Nulla cambia anche per quanto riguarda l’insindacabilità e l’immunità, due istituti concepiti per tutelare il potere legislativo rispetto a quello esecutivo e giudiziario. L’immunità (che dal 1993 è stata ridimensionata, prevedendo l’autorizzazione della Camera di appartenenza solo per le richieste di arresto o di intercettazione), in realtà nel testo iniziale presentato dal governo veniva tolta ai nuovi senatori-consiglieri. Ma durante l’esame parlamentare è stata ripristinata (mantenendo inalterato articolo 68), sollevando diverse polemiche. Soprattutto perché la categoria degli amministratori regionali, che andrà a comporre la nuova assemblea, è stata spesso al centro di inchieste per tangenti e rimborsi. Così, per i detrattori della riforma, si rischia di sottrarre alla giustizia nuovi abusi.
Nell’articolo 69 riscritto si affronta invece uno degli aspetti dei cosiddetti costi della politica, stabilendo che solo i deputati continueranno a percepire l’indennità parlamentare. I senatori invece conserveranno semplicemente il loro stipendio di consiglieri regionali o sindaci, mentre i nuovi senatori di nomina presidenziale non avranno nessuna retribuzione (tranne quelli a vita, cioè gli ex capi di Stato). Bisognerà vedere poi se il regolamento di Palazzo Madama stabilirà eventuali rimborsi spesa. Inoltre, come vedremo più avanti, un articolo successivo della riforma, il 122, affida ad una legge dello Stato il compito di fissare l’importo della retribuzione dei consiglieri regionali, imponendo come limite massimo lo stipendio dei sindaci dei capoluogo di Regione.
Perché SÌ - Cesare Pinelli, professore di diritto pubblico all’università la Sapienza
 “Ai senatori stesse garanzie dei deputati”
Secondo la riforma anche i nuovi senatori agiranno senza vincolo di mandato. Cioè senza dover seguire la linea del partito o di un ente. Ma se devono rappresentare Regioni e Comuni non sarebbe opportuno, professor Cesare Pinelli, vincolarli alle scelte di queste istituzioni, come in Germania?
«A differenza della Germania, da noi è prevista l’elezione a suffragio popolare dei presidenti delle giunte e dei sindaci. Un Senato alla tedesca squilibrerebbe ancora più governi locali già troppo sbilanciati dalla parte degli esecutivi. Il fatto che siano i consiglieri regionali e non i membri delle giunte a sedere in Senato è un fattore di riequilibrio. E poi in Austria e in altri Paesi i membri del Senato sono designati come da noi, a parte la presenza dei sindaci che è frutto della storica forza dei nostri Comuni ».
Garantendo l’immunità anche ai nuovi senatori, la si estende ad una parte dei consiglieri regionali, categoria spesso coinvolta in scandali per tangenti e rimborsi. Non si rischia di sottrarre reati alla giustizia?
«No. La giustizia potrà avere corso, tranne la richiesta al Senato di autorizzazione a restrizioni della libertà personale. Anche per costituzionalisti fautori del No, l’estensione ai senatori dell’autorizzazione prevista per i deputati si spiega con le funzioni comuni a Camera e Senato (che non può quindi essere discriminato). D’altra parte, non è che oggi in Parlamento siedano i Sandro Pertini e i Giorgio La Pira».
I nuovi senatori non avranno l’indennità ma solo lo stipendio da consigliere o sindaco. Secondo il No però i risparmi sarebbero appena 50 milioni a fronte dei 500 accreditati dal governo . È così?
«La disputa non mi appassiona. Vedo casomai in quel risparmio la conferma di una tendenza più ampia della recente legislazione, dalla riduzione delle stazioni appaltanti e delle partecipate all’aggregazione dei Comuni che non riescono ad assolvere le loro funzioni».
 
Perché NO - Felice Besostri, avvocato del Comitato nazionale per il No
I nuovi senatori potranno efficacemente rappresentare Regioni e Comuni anche senza vincolo di mandato, avvocato Felice Besostri?
«I senatori non rappresentano le ”istituzioni territoriali”, cioè Comuni, Città Metropolitane e Regioni, ma solo le Regioni, che eleggono i consiglieri, e il sindaco senatore rappresenta solo sé stesso, perché i colleghi del territorio non concorrono alla sua nomina. Dunque è giusto che non abbiano mandati imperativi: non rappresentano tutte le istituzioni territoriali. D’altra parte tra le competenze del Senato non ve ne è alcuna di diretto interesse delle istituzioni territoriali, tranne la legislazione elettorale e ordinamentale ».
L’attribuzione dell’immunità alla nuova assemblea è molto criticata dal No. Ma non è necessario garantire l’autonomia del potere legislativo da quello giudiziario ed esecutivo?
«Storicamente le immunità sono sorte per proteggere i rappresentanti dei cittadini dagli arbitri dell’esecutivo e di una magistratura al suo servizio. Ma i nuovi senatori non rappresentano più la Nazione e non sono eletti dai cittadini, quindi viene meno la ragione di fondo per concedere le immunità».
La riforma taglia 220 seggi, ma le 315 indennità dei senatori saranno tutte abolite, perché i nuovi avranno solo lo stipendio da consigliere . Non è una riduzione dei costi della politica?
«Il titolo della legge parla di riduzione dei parlamentari, quindi ci si aspetterebbe un taglio drastico ma equilibrato, ad esempio 400 deputati e 200 senatori. Invece il rapporto 630 a 100 rappresenta il più alto differenziale europeo tra Camere in Stati non federali. E il risparmio di circa 54 milioni di euro l’anno è un prezzo pagato alla rinuncia del diritto di voto. Un po’ poco: 91 centesimi, neanche il prezzo di un caffè per abitante. E poi l’abolizione dell’indennità è uno specchietto per le allodole, perché diarie e trasferte restano in carico al Senato».
 

Art. 67

Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

I membri del Parlamento esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato.

Art. 68

I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni.

Identico

Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.

Identico

Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.

Identico

Art. 69

I membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge.

I membri della Camera dei deputati ricevono una indennità stabilita dalla legge.

 

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