Il 28 settembre 2013 dalle ore  20:00 nella sede della nostra sezione in via Verdi 21 a Monte Porzio Catone, saremo in compagnia dell'Accademia "Non canto la salsiccia" che  dedicherà la serata al Progetto “A spasso per Roma ascoltando canzoni. Niente de serio”, presentato da  Patrizia D’Elia e Luigi Morucci.
Pasolini in un suo saggio definiva il patrimonio della canzone romana: grande in quantità ma modesto qualitativamente. Narrazioni musicali adatte a sagre, fiere “canti per gruppi associati” con la funzione di dare sfogo ai sentimenti dei popolani, quindi il ricorso a metafore, allocuzioni sempre nuove, trovate ironiche per strappare il sorriso al pubblico senza dare peso alla poesia. Secondo Pasolini è lo spirito del romano, sempre proteso ad affermarsi ed esibirsi, che sceglie forme di comunicazione musicale che vedono il “narcissico” specialista esibirsi in canti monodici gorgheggianti, destinati ad un pubblico possibilmente alleato. Se un cantore cieco di Campo dei Fiori nel 1800 avesse ascoltato i contenuti del saggio dedicato alla canzone romana avrebbe cantato lo stornello o “fiore” che noi popolani amiamo ripetere con soddisfazione: Fiore scarlatto Su le porte de Roma ce stà scritto Gira quanno tu voi! Ma qui t’aspetto.
Come di consueto, per far onore alla ragione sociale dell' Associazione “Non canto la salsiccia”, al termine della conferenza chi vorrà potrà fermarsi per la parte “godereccia” della serata. Per completare la cena gli intervenuti potranno collaborare con quanto di mangereccio riterranno utile mettere a disposizione.   Di seguito illustriamo i principali momenti della serata.
Proiezione di immagini con ausilio di slides, riproduzione di canzoni:  Pè fa la vita meno amara” - parole da una canzone che scrisse Ettore Petrolini con Simeoni nel 1932 - oppure “M’è nata all’improvviso una canzone” - di Ugo Calise e Fiorenzo Fiorentini ove tutti possono cantare una canzone che nasce “all’improvviso” come nostra nuova composizione - rappresentano il senso, il significato della musica che la romanità disincantata offre a se stessa e a chi vuole ascoltare. Non vuole suscitare dotte disquisizioni da parte dei ricercatori della semiologia musicale, non si preoccupa delle teorie “monogenetica” o “bigenetica” del D’Ancona e del Nigra sull’origine dei canti popolari italiani, vuole raccontare il fatto, la vita e se possibile renderla meno amara, vuol parlare d’amore e dire che “in fondo una canzone è solo una occasione ppè campà ” (come canta Giggi Proietti ne “La solita canzone”). “A spasso per Roma ascoltando canzoni” vuole parlare della canzone romana dalle origini ad oggi, in una passeggiata storica che visita alcuni dei luoghi ove è nata, vissuta e ancora vive, perché questa musica ha sempre avuto da sfondo la città, le sue storie, i suoi umori. La presentazione spera di indurre qualcuno a visitare il “Porto di Ripa grande” o “Trastevere” o “Campo de fiori”, “Ponte Sant’ Angelo”, “San Giovanni”, o “Testaccio” , e al calare della sera, quando si attenuano i rumori ed il chiasso della civiltà, in un contesto di incomparabile bellezza, ascoltare cento campane che stanno a dì de nò a chi ha avuto il cuore stregato.

Condividi questa pagina...

Copyright © 2013. Riproduzione riservata.