L'incontro precongressuale del 10 marzo è stato fortemente voluto dal Comitato Direttivo del nostro Circolo per far sì che tutti possiamo parlare e confrontarci senza la presenza di figure autorevoli. Abbiamo deciso di affidare le relazioni introduttive ad una persona giovane che si avvicina alla politica, Federico Cupellini, e ad una persona con esperienza politica, il prof. Massimo Paci.

Ne è seguito un dibattito ricco di interventi con tante osservazioni e proposte da parte dei numerosi partecipanti all'incontro.
Il segretario del Circolo, Francesco Vescovo  ha aperto l'incontro citando un editoriale del Corriere della sera del 5 marzo "Un partito che ambisce alla guida del paese deve avere una sua unità, con la scissione si affossa il partito; è un suicidio politico e significa consegnare il PD alle forze avversarie". E continua ricordando che lui era "un ragazzetto" nel 2007 quando si avvicinava alla politica e aveva votato contro la formazione del PD; mentre oggi invece è una delle persone più convinte del progetto iniziato dieci anni fa, a differenza di altri che si sono invece allontanati e "oggi -aggiunge - mi sento più povero e mi trovo disorientato di fronte a quanto sta accadendo". Leggendo la relazione di Veltroni del 2007, ci accorgiamo che oggi abbiamo gli stessi problemi. Ed oggi il PD si divide per una lotta al potere, ed è questo l'unico aspetto che viene veicolato attraverso i canali televisivi; non si parla di sicurezza del Paese, del problema degli immigrati, di lavoro, di economia, ecc..
Federico è il primo a parlare. <<Vedo il PD con gli occhi di chi non è ancora "contaminato" ed oggi sono dispiaciuto perché alcuni "padri fondatori" sono fuori; è il tradimento di un ideale che ha fatto nascere il PD, un progetto di condivisione tra i post DC e post PCI>>. Un progetto che è naufragato per colpa di tutti. Oggi è un bene che ci siano tre candidati che abbiano tre visioni distinte ed è un bene in quanto essenza di un partito che è Democratico. La TV parla di persone e non di ciò che propongono, nè dei loro programmi. Per la guida del partito servirà una personalità che farà proposte su come cambiare l'Italia, su quello che sarà il nostro futuro. E si deve tracciare una linea, un partito di sinistra, di centro o "pigliatutto". Ora serve chiarezza, ciò "che è stato è stato". E Federico conclude auspicando che si lasci una porta aperta per il dialogo con chi è uscito dal partito.

Massimo esordisce che a suo avviso bisogna guardare avanti e non riflettere e "macerarci" più su quanto accaduto, scissione ecc.. Oggi con il Congresso siamo chiamati a scadenze importanti, alle primarie; ad un processo di grande rilevanza che si andrà a sviluppare nei prossimi mesi. E dobbiamo guardare oltre, alle sfide importanti a cui siamo chiamati. Ci troviamo di fronte a tre candidati al ruolo di Segretario con diverse visioni politiche, ma oggi non ne entriamo nel merito. Saranno previsti incontri nei circoli con i rappresentanti dei candidati che ci faranno sapere cosa intendono proporre ed i circoli saranno chiamati ad indicare i rappresentati dei candidati che andranno alla Federazione Provinciale in misura proporzionale. Assisteremo ad un processo importante a cui parteciperà tutta l'Italia e l'anno prossimo ci sarà il traguardo elettorale al quale guarderà tutta l'Europa che avrà "il fiato sospeso" sull'Italia, nel timore di una ingovernabilità. Avremo la possibilità di pervenire ad un governo stabile di Centro Sinistra? Oggi dobbiamo avere una vista lunga e molto dipende dal processo che porterà alle Primarie del 30 aprile. Stiamo assistendo ad una risalita di forze antidemocratiche e per la prima volta anche in Italia. In Olanda e Francia soprattutto, ma anche in Germania la prospettiva di movimenti populisti è reale, come lo è da noi. Vediamo cosa accadde negli anni '20 nella Germania della Repubblica di Waimer che vide poi l'avvento del nazismo, che abolì ogni libertà compresa quella di stampa. Attenti comunque a fare paragoni; ma cosa accadrà tra un anno dopo le elezioni? Abbiamo ancora disoccupazione, non c'è inflazione ma un debito pubblico elevato che è un elemento di sfiducia dell'Europa nei nostri confronti. Quindi il futuro del PD è una importante posta in gioco per il Paese. L'esito delle primarie avrà influenza sulle elezioni, che dobbiamo cercare di vincere, e su un Governo con una maggioranza stabile. Intanto con l'esempio democratico che diamo attraverso le Primarie, rafforziamo l'idea stessa del Partito come domanda di trasmissione della volontà politica dei cittadini. Oggi ci troviamo di fronte a degenerazioni, con la post democrazia, dove la politica passa per la rete e la piazza è intesa come movimentismo (è questa la retorica dei M5*). Il PD ha una grande responsabilità politica e morale; deve essere il baluardo della Democrazia. Il nostro dibattito interno deve essere condotto in modo aperto e democratico in tutte le sedi e deve essere una "Scuola di Democrazia". Sulle primarie aperte Massimo ammette che ha avuto non poche perplessità. Ma le previsioni dicono che almeno l'80% del corpo elettorale sarà del Centro Sinistra ed il resto proverrà da chi si avvicina al partito e con un 5% proveniente da oppositori, che probabilmente cambiano idea nei confronti del PD. Massimo è convinto sul fatto che è priva di fondamento l'idea di vedere nelle prossime Primarie la presenza di un "cavallo di Troia" e invece sottolinea l'importanza di questo metodo democratico. La sezione stessa si deve disporre nella maniera giusta, facendo prevalere la tolleranza e l'ascolto degli altri, senza arroccarsi in settarismi. Certamente la scissione non è stata una bella cosa, ma non dobbiamo stigmatizzare chi se ne è andato; probabilmente non è stato offerto loro abbastanza per convincerli a restare. Il prof. Paci ricorda come ha sostenuto il Sì al Referendum e quanto è rimasto dispiaciuto per la sconfitta. In quell'occasione è stato dalla parte di Renzi, pur non essendo un suo sostenitore,  palesando diverse perplessità sulle sue riforme (Jobs act, ecc.). Massimo conclude esortando a guardare avanti, preparandoci ad una lunga campagna elettorale, convinti che esiste una alternativa forte che si contrappone alla degenerazione della democrazia.

Francesco prima di aprire il dibattito con i partecipanti commenta come all'interno della sezione non si finisce mai di imparare, gli interventi precedenti sono piccole lezioni di vita, questa è la ricchezza del partito.

Lorenzo è il primo ad intervenire e nota come Federico (giovane) abbia parlato prevalentemente del passato, mentre Massimo (anziano) si è concentrato sul futuro, questo è il bello della democrazia. Poi osserva che, come dovrebbe essere ovvio, un Partito di Sinistra cosa dovrebbe fare se non stare con la Gente? Eppure non è così e siamo a questo punto perché si è rotto il filo diretto con la base; i Vertici eletti per rinnovare e adeguare la politica del PD hanno pensato che questo mandato dovesse essere declinato eliminando il Partito stesso e dialogando con la Gente dall’alto, ancorché utilizzando i mezzi più moderni di comunicazione. Nel suo intervento Lorenzo esprime  il profondo disagio che "personalmente vivo vedendo il mio Partito in balia di persone che sembrano essere le prime a non crederci". Infatti , pur di fare la conta si è imposto un Congresso nel quale, per la prima volta, la base è semplicemente chiamata a dare un parere consultivo e non vincolante sulle strutture di vertice e sul Programma. Come tutti sappiamo infatti nelle assemblee di Circolo non si rinnoveranno gli organismi direttivi degli stessi Circoli. E allora perché si fanno? Probabilmente solo perché stanno scritte nello Statuto. Di fatto la Base è chiamata  semplicemente a votare per le mozioni che fanno riferimento ai Candidati alla Segreteria. Ma poi chi sarà il Segretario e quindi quale sarà la politica del Partito  sarà deciso da tanti che "passano per la strada" e che certamente non hanno mai ritenuto di impegnarsi nella vita del Partito. Questo significa fare le Primarie aperte a chi “dichiara di essere un elettore del PD”. Affermazione senza alcun riscontro perché se fosse vero significherebbe che il voto che ciascuno di noi esprime nel segreto dell’urna sia verificabile. Insomma una contraddizione bella e buona e una prassi che potrebbe vanificare le indicazioni emerse dal voto nei Circolo dove, lo ricordiamo votano solo gli iscritti. Lorenzo conclude il suo intervento ponendo una domanda:"Perché siamo ancora qui? La risposta è: perché questo è stato il mio Partito e voglio che torni ad esserlo. Niente e nessuno è eterno per cui spero che questa scellerata fase, questa appendice di politiche contrarie alla nostra tradizione sia finalmente sconfitta".

Anche Roberto osserva come Federico si sia proiettato indietro nel tempo. Ma la storia della Sinistra è stata costellata da tante scissioni e formazioni di nuovi partiti. Poi fa una riflessione sull'economia del nostro Paese che è cresciuta fino agli anni '80, epoca in cui è però salito notevolmente il debito pubblico che influenza ancora oggi l'economia Italiana. E quale classe politica abbiamo lasciato governare l'Italia? Una classe sicuramente non all'altezza del popolo italiano che si è concentrato sulla crescita economica dimenticando di selezionare a dovere i propri rappresentanti nelle istituzioni. Da ormai 20 anni il Paese è impantanato in una economia stagnante. Oggi abbiamo ancora a che fare con leggi che vincolano e non consentono di fare passi avanti, al punto che il Paese non è progredito economicamente: oggi ci sono pochi ricchi e tanti poveri. Sul piano politico Roberto ricorda che si è tesserato al PD perché ha creduto alla convergenza tra il mondo cattolico e quello di sinistra ed ha immaginato come l'incontro tra le due anime sia evoluto in un unico soggetto unitario. Vedere poi una nuova frantumazione all'interno del PD lascia molto interdetti. Comunque di solito chi se ne è andato è successivamente scomparso, mentre chi è rimasto può aver avuto momenti bui, ma prima o poi è stato rivalutato. Ha anche creduto che il M5* portasse una ventata di novità per far sì che i partiti prendessero rotte diverse, ma non è stato così. Oggi dobbiamo ripartire da una orizzonte politico che sia più vicino alle personepiù deboli, a coloro che "non ce la fanno ad arrivare a fine mese". Il PD deve essere un partito che recuperi il rapporto con la base; i compagni che danno una aiuto alle feste de l'Unità si sono stancati di vedere i dirigenti di partito che litigano per le "poltrone". Se non si recupera questo rapporto, con la base, con i circoli, con la gente non si possono vedere grandi prospettive.

Antonio ricorda come il tesseramento abbia avuto un buon riscontro nel circolo, con un aumento degli iscritti rispetto all'anno precedente e soprattutto con nuovi iscritti che si sono riavvicinati alla politica riconoscendo il lavoro della sezione. E poi ricorda l'incontro che di recente si è tenuto con Rocco Maugliani, segretario del PD Provinciale, il quale ci ha raccontato delle difficoltà che sta incontrando il Partito anche per quanto riguarda il veicolare le proposte politiche provenienti dalle sezioni, dal basso verso l'alto. Antonio sottolinea l'importanza del fenomeno delle Primarie (di ispirazione americana) fatto proprio dal nostro Partito Democratico, che in Francia hanno copiato dall'Italia. La partecipazione è richiesta non solo ai tesserati ma anche a chi dichiara di essere votante del PD. È importante che siano superate certe posizioni rigide, la democrazia "si aggiusta facendola". Ed Antonio si augura che il Congresso porterà un cambiamento. Se 10 anni fa è nato questo partito, deve oggi continuare a sviluppare esigenze che siano del Centro Sinistra e della Sinistra, e che nascano dal popolo, dalla gente.

Mario esordisce ricordando che quest'anno il PD celebra i suoi dieci anni dalla fondazione, avvenuta appunto nel 2007 dalla fusione di partiti di centro-sinistra. È dunque un Partito Plurale dove convivono le storiche radici popolari cattoliche e della sinistra (DC, Partito Comunista ecc.). il PD nacque per attuare un Nuovo percorso e noi oggi qui ci domandiamo se è ancora un nuovo percorso. Sicuramente oggi il PD è un'altra cosa, diversa da quella voluta dai padri fondatori, un partito in cui sono non è stata mai facile la convivenza di due anime (ormai superate) che un tempo erano contrapposte e che conosce profonde lacerazioni, fino alla recente separazione di alcuni compagni che sono entrati in un nuovo movimento. Il nostro deve essere un partito in cui non si può pretendere che ci sia un pensiero unico che tutti siano appiattiti seguendo un unico binario. Avere opinioni differenti da quelle che esprime la maggioranza interna deve essere visto come un arricchimento e non come motivo per praticare l'ostracismo nei confronti di chi le professa. Il nostro non è un partito che estromette chi dissente o non è perfettamente allineato. I compagni che sono usciti hanno deciso loro cambiare percorso e farlo al di fuori del PD. Noi no, vogliamo restare dentro per cambiare questo percorso ma tutti insieme. Il referendum è fallito perché probabilmente il messaggio che si voleva dare non è arrivato alla gente, come non è stata accettata nella sua pienezza la stagione delle riforme. La gente, gli elettori si sono accorti di uno scollamento, di un Partito che non ha saputo più parlare con loro, arroccato e visto vicino ai centri di potere. Il nuovo percorso oggi significa  questo, tornare alle origini, pur se con spirito e metodi nuovi consoni al nostro tempo, aprirsi alla gente ascoltare i loro bisogni, i giovani, chi non ha lavoro e le tante necessità quotidiane. Questo significa essere popolari e di sinistra. E la parola Sinistra va detta e professata, a volte sembra quasi che ci vergogniamo a pronunciarla. Non sarà facile per il partito proseguire su questo nuovo percorso e per questo la speranza è che tra i candidati alla Segreteria prevalga colui che sia veramente vicino ai principi ispiratori e che dica, e lo aspettiamo da tempo, qualcosa di sinistra. Per quanto riguarda le Primarie, va bene che siano aperte e non solo agli iscritti al PD, ma vanno cambiate le regole di un percorso troppo articolato.

Per Giovanna il candidato alla Segreteria del partito non dovrà essere necessariamente anche il candidato Premier, in quanto serve una figura che si prenda cura del partito. Come ha detto Massimo oggi dobbiamo guardare avanti, la nostra deve essere una nuova visione. Oggi sta prendendo il sopravvento la post-democrazia e la post-verità; la "gente crede di più nelle parole e nelle promesse ma a ciò che vuole credere". Questo fenomeno è stato fatto proprio dal populismo, che non nascondiamolo, è fascismo. Siamo in presenza di un populismo di destra che nasce dalla delusione della gente. La Sinistra oggi paga gli errori che ha commesso.

Francesco interviene nel dibattito evidenziando la sua preoccupazione per l'organizzazione del Partito, non è possibile che ci sia una direzione nazionale composta da 100 persone, oltre a tante strutture intermedie come quella Provinciale, inutile. La gente non segue più; e ricordiamolo sempre , il partito è la base.

Per Aldo non ci dobbiamo scandalizzare se all'interno del partito ci sono diversità, esse costituiscono un arricchimento per tutti, purché non costituiscano pretesti per rissosità e visibilità personali. Non è vero però che la scissione è il frutto delle due anime in quanto gli amici e compagni che sono rimasti rappresentano tutto l’orizzonte politico del PD, mentre chi se n’è andato rappresenta solo se stesso. Anche le due anime sono ormai superate dai problemi delle classi sociali che rappresentiamo. Siamo divisi solo sui temi etici che però dividono anche gli altri schieramenti. Sul discorso "doppie primarie" prima degli iscritti (mozioni dei Circoli) e poi dei simpatizzanti ha delle perplessità, perché se le Primarie del 30 aprile confermano la volontà degli iscritti non servono a nulla e se la ribaltano la vede cosa ancora più grave. Ha dunque perplessità sul meccanismo attuale. Sul tesseramento conferma quanto detto da Mario e altri e precisa che per il 2016 abbiamo 15 nuovi iscritti e 12 rientri, quindi 27 nuove tessere su un totale di 92 iscritti. Intanto il suo invito è quello di frequentare la sezione di più e partecipare alle nostre diverse iniziative.

Valerio evidenzia come i discorsi che lo hanno preceduto siano partiti dalla storia, ma noi dobbiamo rivolgere lo sguardo al futuro quando si parla di due anime, questo non può diventare un freno. Il Partito Democratico si basa sui principi della Democrazia, vince una maggioranza e si segua la maggioranza. Non dobbiamo più guardare al passato perché altrimenti si perde di vista il traguardo. “Sono d'accordo con chi dice che le primarie sono un modo per interfacciare nuove persone dando loro il modo di parlare. Il PD vuol dire democrazia e si deve lasciar votare tutti. Non guardiamo più alla scissione ma al futuro”.

Giancarlo sottolinea come non si può far finta di nulla su ciò che è accaduto. Vede una separazione dei ruoli, ritenendo che le competenze del segretario debbano essere separate da quelle del premier: nei fatti l'azione del PD è stata assente e si è appiattita su quella di Governo, trascurando l’organizzazione del partito ed il rapporto con la gente.

Anche Paola auspica una separazione tra i ruoli di presidente del Consiglio e quella del Segretario; non possono essere la stessa persona, come lei ha sempre sostenuto. Per quanto riguarda le primarie è invece convinta che debbano essere solo appannaggio degli iscritti. E aggiunge "Sto vedendo che anche al Lingotto si parla di ripartire dal basso, di ascoltare e discutere nel rispetto reciproco". Bisogna rispettare le opinioni di tutti altrimenti dall'esterno si ha l'impressione di un partito rissoso. Che si faccia un congresso unitario e tutti abbiano rispetto per le minoranze.

Francesco riprende la parola per fare una sintesi di quanto detto nel corso della serata.  Osserva innanzitutto che "ai livelli più alti dovrebbero imparare prendendo esempio di  quanto accade qui dentro". Si deve ascoltare e non solo chi ha la tessera. Ben vengano tutte le posizioni, un partito deve aggregare, "qui dentro al congresso mi auguro che vengano anche persone non tesserate, anche solo per ascoltare". Aggiunge "Le primarie per me sono importanti. Ma il Segretario non può fare il Premier. Il sistema delle primarie è bello ma facciamo precedere da un fruttuoso dibattito". Il Congresso dovrebbe essere un momento per discutere veramente dei problemi della base. E serve cambiare le regole, lo statuto. Oggi è inizio della discussione per andare al Congresso dal 20 marzo al 2 aprile fino alla primarie del 30 aprile.

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