Assemblea Pubblica sull'analisi del voto all'indomani della consultazione Referendaria
Il 20 dicembre 2016 si è tenuto un incontro aperto a tutti nella sede della sezione PD di Monte Porzio Catone, nel corso del quale è stata esposta un'analisi del voto e sono state formulate valutazioni politiche sulle conseguenze del risultato referendario.

In apertura abbiamo innanzitutto espresso a nome di tutta la sezione del PD di Monte Porzio Catone il profondo cordoglio e vicinanza al popolo di Berlino duramente colpito dal vile attentato terroristico. Ed è stato anche ricordato l'ignobile assassinio dell'ambasciatore russo in Turchia.
Attraverso la proiezione di un insieme di grafici è stato esaurientemente esposto quanto emerso dalla recente consultazione referendaria. In sintesi: considerato che si tratta di un referendum, un’affluenza a Monte Porzio Catone (pari al 76,78%) superiore alle Europee e Amministrative 2014 deve essere interpretata come alta partecipazione; a parte l’estero, che la dice tutta su una realtà che non risente delle beghe politiche interne, il SÌ, regione per regione,  è in linea con il consenso politico del PD; risultato locale: a parte il Centro Storico, il PD ha ottenuto risultati in linea con le elezioni precedenti ed è stato evidenziato il progressivo miglioramento della zona Arcipretura e Tuscolo e dell’Armetta (dove ha prevalso il SÌ). A seguire, fino a tarda ora, è stata condotta un'analisi politica sul voto attraverso l'esposizione dei relatori e sopratutto nel corso del lungo, interessante e appassionato dibattito con i numerosi partecipanti. Una replica è stata richiesta e sicuramente per il prossimo anno sarà indetto un altro incontro.
A livello nazionale probabilmente una parte dell’elettorato che ha votato SÌ non voterebbe PD ma, per contro, la sinistra del PD ha votato NO. Non crediamo di peccare di ottimismo affermando che, se si dovesse votare domani, il PD potrebbe ottenere anche più del 35%. Tuttavia per riportarsi ai livelli delle Europee occorre recuperare principalmente al Sud e nelle isole, ma soprattutto migliorare nella capacità di dialogo interno ed esterno impostandolo su valori piuttosto che su prese di posizione estemporanee.

La recente consultazione referendaria ha avuto indubbiamente un forte connotato politico ed ha messo in evidenza una polarizzazione del voto: da una parte il PD e uno schieramento di entità minima e dall'altra parte una compagine composta da forze eterogenee. Già nelle recenti consultazioni amministrative c'era stato un campanello di allarme; in termini di percentuali un'analisi estesa a tutto il territorio italiano ha messo in evidenza che i risultati del referendum sono sovrapponibili con quelli dei ballottaggi alle ultime elezioni comunali del mese di giugno 2016. Di fatto un pezzo consistente della società civile si è coalizzata contro la massima forza politica italiana. Diciamolo è un voto negativo di quella gran parte della popolazione italiana che si è fortemente indebolita a seguito del perdurare della crisi economica (precedente al Governo Renzi, che non ha avuto responsabilità in merito). Che impatto ha avuto il Governo sulla vita degli Italiani? Probabilmente le riforme messe in atto, al netto dei risultati positivi (ad es. il Jobs Act, comunque da rivedere, ha prodotto 570.000 posti di lavoro stabili) non hanno inciso a fondo su un tessuto sociale fortemente indebolito. Tantomeno hanno sortito effetti l'approvazione di leggi di stampo progressista ("Unioni Civili", "Dopo di Noi", Legge sul "Caporalato", ecc..) ed i recenti accordi con le Parti Sociali stilati proprio alla vigilia del voto. Ed ancora, l'abolizione dell'IMU sulla prima casa, il bonus di 80,00 euro, ecc ... hanno prodotto ben poco in termini elettorali. Di fatto esiste una contrapposizione, che non è solo Nord/Sud, ma anche Centro città/Periferie, Giovani/Anziani. Il SÌ ha prevalso dove c'è maggior scolarizzazione, istruzione e interessi culturali, perché sono state realmente approfondite e percepite le ragioni a favore della Riforma Costituzionale. Ma i giovani? Questi ultimi, sopratutto, sono i principali protagonisti del disagio sociale ed hanno votato in netta maggioranza per il NO ad una Riforma che proponeva un cambiamento; ciò significa che anche in questo caso le politiche messe in atto dal Governo Renzi non sono state recepite dalle nuove generazioni come una risposta per il futuro. I giovani, ne siamo tutti consapevoli, non sono più interessati alla politica, non frequentano più circoli e sezioni (anche se Monte Porzio è quasi un'isola felice) e si lasciano attrarre dai social nw e dai messaggi che circolano su di essi. Ma non è solo questo, nella scuola ad es., per il perdurare di un lontano atavico risentimento verso le politiche governative, è accaduto qualcosa di inconcepibile, mai accaduta, una forte campagna ostile al Governo (e quindi favorevole al NO) messa in atto tra le mura scolastiche. Il Sud e le isole, la parte economicamente più debole del nostro Paese sì è fortemente espressa per il NO perché da lungo tempo non ha il sostegno delle istituzioni, perché quelle terre oggi sono trascurate, dimenticate da chi le dovrebbe rappresentare. Ciò che oggi manca è una progettualità, un insieme di idee"forti" per recuperare sopratutto le nuove generazioni, progetti che siano attraenti, che parlino a loro e del loro mondo. Oggi serve un'analisi molto ampia che deve avvenire a tutti i livelli, a partire dalla Dirigenza Nazionale fino ai circoli territoriali. L'elettorato del PD è cambiato, non lo conosciamo più a fondo o comunque ha cambiato connotati e si è in buona parte allontanato e da molto tempo dalla nostra linea politica. Serve quindi instaurare un nuovo rapporto con i territori. Oggi più che mai, chi opera a stretto contatto con la gente, ma sopratutto i dirigenti di Partito, i politici, gli amministratori hanno il dovere di ascoltare la gente, di recepire le istanze e i disagi delle persone e dare risposte concrete. Questo è quello che manca. Il PD è una grande forza e continua saldamente ad essere la maggiore realtà politica del nostro Paese. Ha dunque un grande compito ed una grande responsabilità per restare alla guida del Paese. Ma il rinnovamento è necessario ed occorre superare contrapposizioni interne e parlare di più alla gente. E non c'è bisogno di una politica fatta attraverso i social nw, pilotata in rete e che produce falsi messaggi. Oggi i risultati si vedono, sono davanti ai nostri occhi. Un esempio per tutti: il fallimento di Roma a cui assistiamo e con sommo dispiacere in questi giorni.

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