La riforma della cittadinanza, il cosiddetto "Ius Soli" ora in discussione al Senato, è una norma importante di civiltà per le nuove generazioni che riconosce a chi è nato e cresciuto nel nostro Paese di potersi finalmente riconoscere cittadino a pieno titolo del Paese che lo ha cresciuto. Chi nasce e cresce in Italia è italiano. Abbiamo vissuto il 5 febbraio una intensa serata politica nella sezione PD di Monte Porzio Catone, ancora una volta affollata, per l'incontro con l'on. PD Khalid Chaouki.
Il segretario di sezione Francesco Vescovo e il sindaco Emanuele Pucci hanno introdotto gli argomenti della serata, dai problemi legati all'immigrazione alla proposta di legge sul così detto Ius Soli "temperato" ora in discussione al Senato, chiedendo l'approfondimento di alcuni aspetti. Il segretario della sezione ha ricordato che l'on. Chaouki è stato duramente attaccato da Forza Nova e Casa Pound e ha espresso piena solidarietà a lui a nome di tutta la sezione, solidarietà a cui si è associato il sindaco Pucci.

In estrema sintesi, ha spiegato il deputato PD Chaouki, che ha aperto il suo ampio intervento toccando il tema dell'"emergenza" dei flussi migratori che investe l'Europa e il nostro Paese, la legge di riforma prevede uno Ius Soli che stabilisce la cittadinanza per nascita per i bambini nati nel territorio italiano da genitori stranieri, di cui almeno uno sia in possesso della carta di soggiorno (permesso di soggiorno a tempo indeterminato) da almeno 5 anni. Non solo, la riforma prevede anche lo Ius Culturae con il quale possono ottenere la cittadinanza bambini che siano entrati in Italia entro il compimento dei 12 anni di età e che abbiano frequentato per almeno 5 anni  la scuola in Italia.
Con la legge di riforma della cittadinanza i bambini nati e cresciuti nel nostro paese non dovranno essere più degli stranieri. Si tratta di fatto di ratificare e gestire un cambiamento che è già in atto investendo le istituzioni a partire dalla scuola.
Gli "stranieri", non dimentichiamolo, sono una importante risorsa culturale e anche economica; 5 milioni di persone che lavorano, pagano le tasse e pagano le pensioni  agli Italiani, come ha ricordato anche Francesco Vescovo.
Gli argomenti trattati nella serata sono stati di grande rilievo e lo dimostra l'interesse suscitato con il dibattito finale nel corso del quale sono state poste diverse domande al deputato Chaouki.
L'Italia Plurale può e deve essere una realtà. I nuovi Italiani sono una ricchezza per il nostro Paese, di questo ne siamo consapevoli e lo saranno sempre più coloro che ragioneranno allo stesso modo. È un grande cambiamento che è già in atto e la nuova legge di riforma sullo "Ius Soli" contribuirà e notevolmente perché questo cambiamento sia realtà.
Il racconto della serata.
In apertura Francesco  Vescovo ha ricordato come la sezione è di nostra proprietà del PD e come siamo completamente autofinanziati attraverso il Tesseramento, la Festa del'Unità, ecc. é l'unico luogo a Monte Porzio dove i fa politica attiva e ed è anche e anche una porta  culturale (corsi informatica, Circolo Gramsci, Cineforum, ecc.).  <<Siamo 70 iscritti - ha continuato il segretario di sezione - e  qualcuno lo abbiamo perso per strada mentre altri nuovi sono arrivati alcuni. È da portare al PD nazionale che c'è qualche malessere. C'è comunque tanta voglia di fare politica. Stasera  parliamo della legge sullo ius soli con l'on. Chaouki che ho conosciuto durante  il corso che  ho seguito al provinciale  a Roma.  Ciò che voglio chiedere è cosa  significa Ius Soli, in cosa  consiste e quali sono le prospettive per  questa legge che non è quella americana, non è l'apertura automatica alla cittadinanza. Ricordiamo che Chaouki è stato duramente  attaccato da Forza Nova e  Casa Pound e qui voglio esprimere piena solidarietà a lui a nome di tutta la sezione;  qualcuno può anche dissentire ma attaccarti personalmente no, è  per me onore averti qui  e sono contentissimo>>. La parola passa a Emanuele Pucci che si associa alla solidarietà espressa da Francesco perché a volte sembra di essere in un paese non in grado si esprimere un confronto politico in maniera civile. Il sindaco ha aggiunto << Come qualcuno ha affermato, parlare di questi temi in questo momento  è sconveniente, ringrazio invece la sezione che affronta ora questo tema. Si sentono in giro tante  sciocchezze che non hanno alcun fondo di ragionamento, si ragiona più con pancia che con testa. Oggi è invece importante parlare di immigrazione e  non solo di  Ius Soli. Significa abbracciare lo scenario internazionale dei grandi flussi emigratori,  che sono solo all'inizio a causa di guerre e difficoltà economiche. Sono ben sicuro che questa gente  non resterà nei paesi di origine col rischio di morte certa, preferirà andare incontro ad una morte probabile. La revisione di Schengen, la chiusura delle frontiere, è una mossa con cui l'Europa si potrebbe definitivamente condannare all'isolamento>>.

L'on Chaouki esordisce <<Di questi tempi è difficile parlare di emigrazione  perché siamo in poco tempo precipitati da quello che era un sogno europeo per una considerazione della sacralità della vita umana. L'Europa, potrà diventare ancora luogo che ha espresso grandi civiltà e valori.  Assistiamo a tante storie di sofferenza, uomini e donne che vengono respinti,  senza più avere a volte la forza di indignarci. In questa Europa burocratica stiamo dando peggio, ma  l'Italia sta offrendo una lezione come nel 2013 con Mare Nostrum portata vanti dal nostro governo e sostenuta dalla maggioranza della popolazione. Salvare le vite è un principio sacro che abbiamo pensato di adottare come principio politico;  il PD ha avuto al forza e la lungimiranza di un sussulto di orgoglio. Ricordiamolo, gli Italiani hanno una storia di immigrazione, che appartiene a molte famiglie italiane e il pontificato di Francesco pone grande attenzione ai diritti umani. Malgrado ritardi istituzionali, anche nostri, abbiamo un'Italia dell'accoglienza grazie alle parrocchie, alle scuole ed agli insegnanti,  ai sindacai ed alle associazioni. Si è costruito un dialogo che rispetto ad altre realtà regge nonostante fomentatori di odio, "Leghe", conflitto tra poveri nuovi poveri vecchi ecc.  Altro tema - aggiunge il parlamentare - è quello della cittadinanza che è comune a tutti coloro sono nati in Italia e che qui studiano. Parliamo quindi della  riforma della legge sulla cittadinanza - dopo 23 anni di attesa - per i bambini nati o cresciuti in Italia. Una norma di civiltà che riconosce a chi è nato e cresciuto nel nostro Paese di potersi finalmente riconoscere cittadino a pieno titolo del Paese che lo ha cresciuto. Il cosiddetto Ius Soli temperato per i bambini che sono nati nel nostro Paese da genitori ormai radicati in Italia e lo Ius Culturae per coloro che sono arrivati in Italia sotto i 12 anni e che hanno frequentato almeno per cinque anni la scuola italiana. Una riforma attesa da tanti, troppi anni da una nuova generazione di italiani di fatto e stranieri per legge. Una riforma richiesta e sollecitata attraverso centinaia di iniziative in piccoli e grandi comuni, che in modo trasversale, ci hanno chiesto in questi anni semplicemente di ratificare il cambiamento già avvenuto nel Paese. Ci hanno chiesto di aggiornare una legge importante come quella sulla cittadinanza al passo con i tempi che viviamo e nell'interesse del futuro che ci spetta, un futuro inevitabilmente multiculturale che abbiamo il dovere di costruire insieme ai nuovi cittadini nella condivisione dei valori dettati dalla nostra Costituzione.  Chi nasce e cresce in Italia è italiano. È la storia di un percorso di riflessione e ascolto, di una battaglia di civiltà portata avanti con convinzione da parte del Partito democratico e che ha trovato nel Paese una larghissima condivisione e una straordinaria convergenza con il mondo dell'associazionismo fino a tradursi in una straordinaria campagna "L'Italia sono anch'io", grazie alla quale sono state raccolte oltre 100mila firme per una proposta di iniziativa popolare che oggi viene recepita in alcune sue parti in questa nostra legge. Una norma di civiltà che permetterà ai figli di immigrati, nati o cresciuti in Italia, di considerarsi finalmente a pieno titolo figli legittimi di una madre, l'Italia, di cui sono diventati padroni della sua lingua e dei suoi mille dialetti, tifosi delle sue squadre e innamorati della sua bellezza. Questa è la storia dei nuovi italiani.  Stiamo parlando di una generazione di bambini e ragazzi che popolano le scuole e gli oratori, i campi di calcio, le palestre di città e periferie. Hanno nomi, origini e religioni diverse, ma nutrono passione e amore per l'unico Paese che hanno davvero conosciuto, l'Italia. Quando tornano in vacanza nei Paesi di origine dei loro genitori sentono immediatamente nostalgia per la loro vera patria. Eppure sono costretti al rientro a fare file riservate agli stranieri. Sono italiani costretti a portare in tasca ed esibire un permesso di soggiorno nella città dove sono nati. Sono la cosiddetta generazione Balotelli, una generazione che ci entusiasma quando fa goal in nazionale, ma che non possiamo più trascurare quando ci chiede semplicemente di riconoscere il diritto all'identità, a sentirsi pienamente parte integrante di una comunità nazionale. Oggi quindi stiamo per scrivere una nuova pagina della nostra storia. Stiamo per fare un passo deciso verso il futuro dell'Italia nell'Europa e nel mondo di domani aggiornando una legge sulla cittadinanza la 91 del 1992, ormai superata. Lo dimostrano le numerose proposte presentate in questo parlamento da tutti i gruppi parlamentari senza eccezioni.  Una legge fondata sullo Ius Sanguinis, nata guardando in particolare alla diaspora italiana nel mondo e a come tutelare giustamente il rapporto tra milioni di italiani emigrati e la loro patria di origine. Oggi con lo Ius Soli noi vogliamo guardare soprattutto al presente e al futuro del Paese.  Per noi la nuova legge sulla cittadinanza per chi nasce o cresce in Italia significa oltre a riconoscere un diritto fondamentale per chi è già parte integrante della nostra società, riconoscere all'Italia finalmente il diritto di diventare un Paese al passo con la modernità. Il diritto del nostro Paese a guardarsi allo specchio senza paure e vivere il suo futuro affrontando le nuove sfide globali, forte di una comunità nazionale multiculturale e contemporaneamente ancorata ai principi condivisi della Costituzione.  Il diritto dell'Italia a servirsi di una nuova generazione di italiani che portano con sé esperienze che magari hanno origini lontane, ma che possono offrirci un contributo utile per allargare i nostri orizzonti. Il diritto dell'Italia di poter beneficiare di una marcia in più grazie ad una generazione di nuovi italiani ansiosi di poter finalmente partecipare con tutte le loro energie al successo del nostro Paese. La nuova legge sulla cittadinanza non è solo quindi una riforma che elimina le discriminazioni e riconosce un diritto a chi nasce e cresce in Italia di crescere alla pari dei propri coetanei senza differenze, ma è una riforma che aiuterà l'Italia a diventare ancora più forte nella sfida della globalizzazione.  Una legge che per il Partito democratico rappresenta certamente l'inizio e non la fine di percorso di cambiamento nella società che ci vede oggi orgogliosi di affermare nuovi diritti ma consapevoli nello stesso tempo delle nuove sfide che ci attendono. La cittadinanza per noi non può ridursi semplicemente alla consegna di un nuovo passaporto, ma come per tutti i cittadini, deve tradursi in valori condivisi, impegno per il bene comune e partecipazione a tutti i livelli della società. Noi non siamo per nessuna scorciatoia demagogica, ma per un percorso di piena inclusione dei nuovi italiani attraverso un serio investimento sulla scuola pubblica in materia di educazione civica e promozione dell'interculturalità tra i protagonisti nell'Italia di domani.  La scuola ad oggi è certamente la prima agenzia di convivenza e cittadinanza del nostro Paese, ed è per questo che in questa legge abbiamo voluto, grazie al contributo di tutti i gruppi, assegnare centralità al ruolo della scuola nel processo di cittadinanza>>. E Chaouki conclude <<In breve questo è il senso di questa riforma. Serve una legge di civiltà e come ha ricordato Francesco  Vescovo, 5 milioni di immigrati pagano le pensioni agli Italiani e le tasse; non è una cosa di poco conto >>.



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